VII Commissione - Resoconto di martedì 25 maggio 2010
Nell'ambito dell'esame dello schema di decreto del Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca recante regolamento concernente la definizione della disciplina dei requisiti e delle modalità della formazione iniziale degli insegnanti della scuola dell'infanzia, della scuola primaria e della scuola secondaria di primo e secondo grado (atto n. 205), audizione di rappresentanti di associazioni e federazioni di categoria e di rappresentanti di associazioni di docenti precari (atto n. 205).
L'audizione informale è stata svolta dalle 10.45 alle 12.35.
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ATTI DEL GOVERNO
Martedì 25 maggio 2010. - Presidenza del presidente Valentina APREA. - Interviene il sottosegretario di Stato per l'istruzione, l'università e la ricerca, Guido Viceconte.
La seduta comincia alle 12.40.
Schema di decreto del ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca recante regolamento concernente la definizione della disciplina dei requisiti e delle modalità della formazione iniziale degli insegnanti della scuola dell'infanzia, della scuola primaria e della scuola secondaria di primo e secondo grado.
Atto n. 205.
(Seguito dell'esame, ai sensi dell'articolo 143, comma 4, del regolamento, e rinvio).
La Commissione prosegue l'esame dell'atto del Governo all'ordine del giorno, rinviato nella seduta del 6 maggio 2010.
Caterina PES (PD) apprezza la necessità individuata dal Governo di intervenire sull'antica questione della formazione iniziale degli insegnanti, che reputa aspetto essenziale del miglioramento della qualità dell'offerta formativa. Ricorda, infatti, che negli anni passati è stata più volte richiamata la necessità di disciplinare compiutamente tale normativa, già da quando la parte politica alla quale appartiene richiedeva la chiusura delle Scuole di specializzazione all'insegnamento secondario (SSIS) per realizzare la necessaria riforma organica dell'intero sistema di formazione dei docenti.
Ritiene che nell'impianto generale dello schema di regolamento in esame vi siano delle evidenti carenze: le norme proposte nello schema non rispondano ai criteri dati dall'Unione Europea in merito alla formazione dei docenti, quale formazione integrata; accanto all'approccio teorico epistemologico, poi, deve necessariamente convivere uno pedagogico-didattico che invece difetta nel provvedimento in discussione. Un docente può raggiungere infatti il massimo livello di formazione teorica, ma non avere la capacità di trasmettere agli studenti il sapere che possiede. Considera comunque utile avere avviato una riflessione sull'argomento nella quale spiccano tre elementi fondamentali, psicologico, pedagogico e disciplinare.
Evidenzia, ancora, che l'atto in esame, dedicato espressamente alla formazione dei docenti, difetta della disciplina correlata relativa al reclutamento del personale. Al riguardo osserva che la modalità del reclutamento del personale non può essere disgiunta dalla modalità di formazione; non si può pensare di formare nuovi docenti quando si è in presenza di lunghissime graduatorie, che non si sa quando potranno essere esaurite. Ritiene criterio fondamentale e prioritario, d'altra parte, il collegamento all'individuazione del livello di fabbisogno dei docenti. È necessario prevedere in tal senso in tempi brevi un atto che normi con chiarezza le modalità del reclutamento del personale e il relativo fabbisogno. Ritiene inoltre che l'approfondimento pedagogico, non teorico non sia sufficientemente garantito dallo schema di regolamento in oggetto.
Elena CENTEMERO (PdL) sottolinea che nello schema di regolamento vi sono precisi richiami alle richieste avanzate dal contesto europeo come ad esempio le parti relative alle competenze linguistiche e multimediali; al riguardo ritiene che ogni richiamo all'Europa debba tradursi in azioni concrete come quelle ricordate. Condivide la necessità di una prossima regolamentazione che preveda non solo una previsione di reclutamento del personale docente, ma anche una valorizzazione di ruoli e la formazione continua dei docenti. Ritiene altresì necessario un maggiore equilibrio tra l'approfondimento disciplinare e la necessaria formazione pedagogico-didattica, a partire dal tirocinio attivo. Sottolinea quindi l'importanza delle acquisizioni delle competenze accanto alla conoscenza, con una maggiore valorizzazione del tirocinio. Osserva inoltre che all'articolo 2, in materia di profilo dei nuovi docenti, manca la competenza importante della conoscenza dell'intero impianto della legislazione scolastica del Paese, fondamentale per far conoscere quali siano i doveri e i diritti degli insegnanti. Occorre inoltre, come già precedentemente previsto dalla cosiddetta «legge Moratti», contemplare la possibilità di stages degli insegnanti anche all'estero.
Considera quindi importante aver previsto, nello schema di regolamento in esame, una laurea quinquennale per la scuola primaria e per l'infanzia che ne sottolinea il valore intrinseco. Ritiene però opportuno, ad un certo punto del percorso formativo, fornire competenze specifiche per quei docenti che si occupano della fascia d'età da zero a sei anni. Per salvaguardare la specificità di tali insegnanti ritiene che un percorso universitario triennale accompagnato da un quarto anno di tirocinio formativo attivo possa ritenersi sufficiente, mentre considera l'approccio formativo quinquennale adeguato alla formazione dell'insegnante di scuola primaria. Inoltre, sull'accreditamento delle istituzioni scolastiche che verrà normato da un successivo decreto del ministero, ritiene opportuno definire con chiarezza i criteri secondo i quali le istituzioni scolastiche possono accedere all'elenco regionale contenente le scuole accreditate. Sottolinea inoltre che è importante prevedere un monitoraggio sia del percorso formativo che del permanere delle condizioni che hanno permesso a quelle scuole di essere scelte per l'accreditamento, con un aggiornamento e un monitoraggio annuale degli elenchi. Ritiene d'altra parte che nella selezione di tali scuole debbano essere tenuti in considerazione anche i piani dell'offerta formativa nonché la qualità della docenza e la competenza organizzativa.
Rileva quindi, come sottolineato dal Consiglio di Stato, che è un fatto senz'altro positivo considerare le attuali esigenze dei docenti come i precari non abilitati, pur sottolineando che occorre evitare sanatorie per valutare con rigore chi è effettivamente in grado di intraprendere la carriera professionale di docente. In questo senso, ritiene fondamentali un test di ingresso e la valutazione finale. Nella prova orale, inoltre, al termine del tirocinio attivo il docente deve essere messo di fronte ad un caso concreto, in modo che si possa valutare la capacità dell'insegnante di affrontare e risolvere il quesito stesso. Occorre quindi richiamare in modo esplicito e rafforzare le sinergie tra facoltà, tra facoltà e università e accademie, prevedendo per le istituzioni scolastiche, ospitanti al loro interno la formazione del tirocinio attivo, incentivi premiali.
Luisa CAPITANIO SANTOLINI (UdC) chiede chiarimenti sul prosieguo dei lavori.
Valentina APREA, presidente, ricorda che, come già stabilito dall'Ufficio di presidenza, l'esame dello schema di regolamento dovrà concludersi nella seduta già prevista per domani.
Maria COSCIA (PD) rileva che al Senato l'esame dello schema di regolamento in discussione non si è ancora concluso. Poiché sull'argomento sono state svolte dalla Commissione audizioni molto rilevanti, ritiene importante avviare un confronto aperto e approfondito in Commissione, eventualmente rinviando la conclusione del provvedimento ad una seduta diversa da quella già prevista per domani.
Valentina APREA, presidente, ricorda che la Commissione omologa del Senato è impegnata nell'esame del disegno di legge di conversione del decreto sulle fondazioni e del disegno di legge sulla riforma universitaria e per questo motivo non ha potuto concludere l'esame del provvedimento in titolo. La Commissione cultura, come convenuto in Ufficio di Presidenza, approverà quindi nei tempi dati lo schema di regolamento, avendo già fissato la conclusione del relativo esame nella seduta di domani, mercoledì 26 maggio 2010.
Rosa DE PASQUALE (PD) ritiene di doversi associare a quanto detto dalla collega Coscia ed esprimendo il proprio disagio per la ristrettezza dei tempi, fa notare che per esaminare un provvedimento di questa portata e complessità occorrerebbe almeno una settimana per la valutazione e il recepimento delle indicazioni che sono state presentate alla Commissione dai diversi soggetti auditi sulla materia. Ritiene importante ricordare che già nella legge finanziaria del 2008 si era sollevato il problema della formazione iniziale degli insegnanti e che nel frattempo, intervenuta la nuova legislatura, sono state presentate numerose proposte di legge aventi per oggetto proprio la formazione e il reclutamento degli insegnanti. A tal proposito, ricorda di essere una delle firmatarie delle indicate proposte di legge, sottolineando che non era necessario disciplinare la materia in esame con un atto del Governo. Sottolinea altresì che nell'impianto generale del provvedimento manca del tutto la trattazione della questione del reclutamento del personale il che vanifica gli effetti del regolamento stesso.
Ricorda che con il provvedimento in discussione si sta affrontando il tema della formazione degli insegnanti delle future generazioni, ma occorre chiedersi quale sia la ratio del prevedere norme specifiche per la formazione, quando non si è in grado di sapere quanti giovani e fra quanto tempo potranno accedere a tale formazione. Sottolinea come lo stesso Presidente Prodi, risparmiando e tagliando su sprechi, aveva previsto il reinvestimento di tali somme per un ampio piano di assunzione a tempo indeterminato per gli insegnanti aventi titolo, inseriti nella ben nota graduatoria permanente. Fa presente dunque che in tale modo si sarebbe eliminata una situazione veramente problematica relativa a circa 200 mila persone, attualmente senza futuro. Osserva che solo dopo aver eliminato tale situazione si poteva pensare a un regolamento per la formazione iniziale dei docenti; allo stato attuale non si sa infatti quando i nuovi docenti si potranno formare e se allora avrà ancora validità quanto stabilito nel presente schema di regolamento; a tal proposito, desidera sapere se il Governo ha intenzione di affrontare la problematica della graduatoria permanente. Ravvisa che lo stesso schema di regolamento, senza le parallele norme sul reclutamento, manchi di una solida base su cui poggiare; le due normative, reclutamento e formazione iniziale, dovrebbero invece essere emanate consequenzialmente, come già previsto dal Governo Prodi.
Ritiene altresì che nello schema di regolamento in esame manchi la previsione dell'unicità della funzione docente che non sembra trovare adeguata realizzazione. Stigmatizza inoltre la impossibilità di accedere a passaggi di ruolo; fa osservare inoltre che la formazione per la scuola secondaria è davvero carente per ciò che riguarda il versante pedagogico-didattico; si continua a privilegiare infatti la fase teorico-disciplinare. Nella proposta di legge da lei presentata si dava invece molto spazio alla formazione didattica ed esperienziale, con la previsione di due anni di formazione all'interno delle scuole. Stigmatizza altresì il fatto che non si dica quando verranno istituite le lauree magistrali ad hoc, ricordando che i CFU legati alla didattica sono minimali. Preannuncia quindi, anche a nome del suo gruppo, che saranno formulate proposte nel senso di aumentare i crediti formativi per la didattica a partire già dai corsi della laurea magistrale. Sottolinea inoltre il fatto che l'anno di tirocinio formativo attivo, a causa dell'espletamento di tutte le procedure, si risolverà in un tirocinio di sei mesi, confermandosi quindi ancora una volta come la didattica rappresenti, all'interno del quadro normativo la «cenerentola» della formazione degli insegnanti, in particolar modo per i docenti della scuola secondaria. Ritiene infine che al comma 5 dell'articolo 3 l'espressione «possono prevedere» vada sostituita con la parola «prevedono» periodi di tirocinio nelle istituzioni scolastiche; inoltre il riferimento ai commi 4 e 5
dell'articolo 4 dovrebbe essere dato maggiore spazio all'autonomia universitaria per l'organizzazione delle lauree magistrali ad hoc, fermo restando che a poter accedere a tali corsi saranno pochissimi studenti.
Maria Letizia DE TORRE (PD) sottolinea che la formazione nel campo della didattica e della pedagogia speciale - settore scientifico disciplinare M-PED /03 - sia sufficientemente garantita nel percorso quinquennale - infanzia e primaria -, non invece in quello per la scuola secondaria di primo e di secondo grado, per la quale non è sufficiente, come sottolineato da molti esperti, un anno di tirocinio formativo attivo per ottenere un'adeguata preparazione dei docenti per le superiori. È necessario rafforzare e anticipare al biennio le discipline psico-pedagogiche e i laboratori didattici. Propone pertanto l'inserimento di una condizione nella proposta di parere volta a specificare che per i docenti della scuola secondaria di primo e di secondo grado negli ambiti disciplinari laddove si parla di «scienze dell'educazione» (Tab. 4), è necessario inserire il settore scientifico disciplinare M-PED /03 riferito alla didattica e alla pedagogia speciale e non prevederlo solo per l'anno di tirocinio formativo attivo. Occorre inoltre nella Tabella 1, relativa al corso di laurea magistrale in scienze della formazione primaria: sottrarre 4 CFU alla pedagogia sperimentale (M-PED/04); prevedere l'introduzione dell'ambito scientifico-disciplinare «psicologia generale dell'apprendimento (M-PSI/01); trasferire tali CFU al settore indicato da ultimo. Inoltre, è necessario prevedere una condizione per implementare i CFU relativi ai temi dell'integrazione e inclusione per la scuola secondaria di primo e di secondo grado, in quanto ritiene siano insufficienti 6 CFU nel tirocinio formativo attivo nel percorso dei sei anni. Aggiunge, infine, che occorre all'articolo 13 inserire un comma che preveda che per l'anno di specializzazione il sostegno si articoli in modo differenziato su ambiti diversi di competenze o su particolari situazioni.
Valentina APREA, presidente, nessun altro chiedendo di intervenire, rinvia quindi il seguito dell'esame ad altra seduta.
La seduta termina alle 13.45.
AUDIZIONI INFORMALI
Martedì 25 maggio 2010.Nell'ambito dell'esame dello schema di decreto del Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca recante regolamento concernente la definizione della disciplina dei requisiti e delle modalità della formazione iniziale degli insegnanti della scuola dell'infanzia, della scuola primaria e della scuola secondaria di primo e secondo grado (atto n. 205), audizione di rappresentanti di associazioni e federazioni di categoria e di rappresentanti di associazioni di docenti precari (atto n. 205).
L'audizione informale è stata svolta dalle 10.45 alle 12.35.
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ATTI DEL GOVERNO
Martedì 25 maggio 2010. - Presidenza del presidente Valentina APREA. - Interviene il sottosegretario di Stato per l'istruzione, l'università e la ricerca, Guido Viceconte.
La seduta comincia alle 12.40.
Schema di decreto del ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca recante regolamento concernente la definizione della disciplina dei requisiti e delle modalità della formazione iniziale degli insegnanti della scuola dell'infanzia, della scuola primaria e della scuola secondaria di primo e secondo grado.
Atto n. 205.
(Seguito dell'esame, ai sensi dell'articolo 143, comma 4, del regolamento, e rinvio).
La Commissione prosegue l'esame dell'atto del Governo all'ordine del giorno, rinviato nella seduta del 6 maggio 2010.
Caterina PES (PD) apprezza la necessità individuata dal Governo di intervenire sull'antica questione della formazione iniziale degli insegnanti, che reputa aspetto essenziale del miglioramento della qualità dell'offerta formativa. Ricorda, infatti, che negli anni passati è stata più volte richiamata la necessità di disciplinare compiutamente tale normativa, già da quando la parte politica alla quale appartiene richiedeva la chiusura delle Scuole di specializzazione all'insegnamento secondario (SSIS) per realizzare la necessaria riforma organica dell'intero sistema di formazione dei docenti.
Ritiene che nell'impianto generale dello schema di regolamento in esame vi siano delle evidenti carenze: le norme proposte nello schema non rispondano ai criteri dati dall'Unione Europea in merito alla formazione dei docenti, quale formazione integrata; accanto all'approccio teorico epistemologico, poi, deve necessariamente convivere uno pedagogico-didattico che invece difetta nel provvedimento in discussione. Un docente può raggiungere infatti il massimo livello di formazione teorica, ma non avere la capacità di trasmettere agli studenti il sapere che possiede. Considera comunque utile avere avviato una riflessione sull'argomento nella quale spiccano tre elementi fondamentali, psicologico, pedagogico e disciplinare.
Evidenzia, ancora, che l'atto in esame, dedicato espressamente alla formazione dei docenti, difetta della disciplina correlata relativa al reclutamento del personale. Al riguardo osserva che la modalità del reclutamento del personale non può essere disgiunta dalla modalità di formazione; non si può pensare di formare nuovi docenti quando si è in presenza di lunghissime graduatorie, che non si sa quando potranno essere esaurite. Ritiene criterio fondamentale e prioritario, d'altra parte, il collegamento all'individuazione del livello di fabbisogno dei docenti. È necessario prevedere in tal senso in tempi brevi un atto che normi con chiarezza le modalità del reclutamento del personale e il relativo fabbisogno. Ritiene inoltre che l'approfondimento pedagogico, non teorico non sia sufficientemente garantito dallo schema di regolamento in oggetto.
Elena CENTEMERO (PdL) sottolinea che nello schema di regolamento vi sono precisi richiami alle richieste avanzate dal contesto europeo come ad esempio le parti relative alle competenze linguistiche e multimediali; al riguardo ritiene che ogni richiamo all'Europa debba tradursi in azioni concrete come quelle ricordate. Condivide la necessità di una prossima regolamentazione che preveda non solo una previsione di reclutamento del personale docente, ma anche una valorizzazione di ruoli e la formazione continua dei docenti. Ritiene altresì necessario un maggiore equilibrio tra l'approfondimento disciplinare e la necessaria formazione pedagogico-didattica, a partire dal tirocinio attivo. Sottolinea quindi l'importanza delle acquisizioni delle competenze accanto alla conoscenza, con una maggiore valorizzazione del tirocinio. Osserva inoltre che all'articolo 2, in materia di profilo dei nuovi docenti, manca la competenza importante della conoscenza dell'intero impianto della legislazione scolastica del Paese, fondamentale per far conoscere quali siano i doveri e i diritti degli insegnanti. Occorre inoltre, come già precedentemente previsto dalla cosiddetta «legge Moratti», contemplare la possibilità di stages degli insegnanti anche all'estero.
Considera quindi importante aver previsto, nello schema di regolamento in esame, una laurea quinquennale per la scuola primaria e per l'infanzia che ne sottolinea il valore intrinseco. Ritiene però opportuno, ad un certo punto del percorso formativo, fornire competenze specifiche per quei docenti che si occupano della fascia d'età da zero a sei anni. Per salvaguardare la specificità di tali insegnanti ritiene che un percorso universitario triennale accompagnato da un quarto anno di tirocinio formativo attivo possa ritenersi sufficiente, mentre considera l'approccio formativo quinquennale adeguato alla formazione dell'insegnante di scuola primaria. Inoltre, sull'accreditamento delle istituzioni scolastiche che verrà normato da un successivo decreto del ministero, ritiene opportuno definire con chiarezza i criteri secondo i quali le istituzioni scolastiche possono accedere all'elenco regionale contenente le scuole accreditate. Sottolinea inoltre che è importante prevedere un monitoraggio sia del percorso formativo che del permanere delle condizioni che hanno permesso a quelle scuole di essere scelte per l'accreditamento, con un aggiornamento e un monitoraggio annuale degli elenchi. Ritiene d'altra parte che nella selezione di tali scuole debbano essere tenuti in considerazione anche i piani dell'offerta formativa nonché la qualità della docenza e la competenza organizzativa.
Rileva quindi, come sottolineato dal Consiglio di Stato, che è un fatto senz'altro positivo considerare le attuali esigenze dei docenti come i precari non abilitati, pur sottolineando che occorre evitare sanatorie per valutare con rigore chi è effettivamente in grado di intraprendere la carriera professionale di docente. In questo senso, ritiene fondamentali un test di ingresso e la valutazione finale. Nella prova orale, inoltre, al termine del tirocinio attivo il docente deve essere messo di fronte ad un caso concreto, in modo che si possa valutare la capacità dell'insegnante di affrontare e risolvere il quesito stesso. Occorre quindi richiamare in modo esplicito e rafforzare le sinergie tra facoltà, tra facoltà e università e accademie, prevedendo per le istituzioni scolastiche, ospitanti al loro interno la formazione del tirocinio attivo, incentivi premiali.
Luisa CAPITANIO SANTOLINI (UdC) chiede chiarimenti sul prosieguo dei lavori.
Valentina APREA, presidente, ricorda che, come già stabilito dall'Ufficio di presidenza, l'esame dello schema di regolamento dovrà concludersi nella seduta già prevista per domani.
Maria COSCIA (PD) rileva che al Senato l'esame dello schema di regolamento in discussione non si è ancora concluso. Poiché sull'argomento sono state svolte dalla Commissione audizioni molto rilevanti, ritiene importante avviare un confronto aperto e approfondito in Commissione, eventualmente rinviando la conclusione del provvedimento ad una seduta diversa da quella già prevista per domani.
Valentina APREA, presidente, ricorda che la Commissione omologa del Senato è impegnata nell'esame del disegno di legge di conversione del decreto sulle fondazioni e del disegno di legge sulla riforma universitaria e per questo motivo non ha potuto concludere l'esame del provvedimento in titolo. La Commissione cultura, come convenuto in Ufficio di Presidenza, approverà quindi nei tempi dati lo schema di regolamento, avendo già fissato la conclusione del relativo esame nella seduta di domani, mercoledì 26 maggio 2010.
Rosa DE PASQUALE (PD) ritiene di doversi associare a quanto detto dalla collega Coscia ed esprimendo il proprio disagio per la ristrettezza dei tempi, fa notare che per esaminare un provvedimento di questa portata e complessità occorrerebbe almeno una settimana per la valutazione e il recepimento delle indicazioni che sono state presentate alla Commissione dai diversi soggetti auditi sulla materia. Ritiene importante ricordare che già nella legge finanziaria del 2008 si era sollevato il problema della formazione iniziale degli insegnanti e che nel frattempo, intervenuta la nuova legislatura, sono state presentate numerose proposte di legge aventi per oggetto proprio la formazione e il reclutamento degli insegnanti. A tal proposito, ricorda di essere una delle firmatarie delle indicate proposte di legge, sottolineando che non era necessario disciplinare la materia in esame con un atto del Governo. Sottolinea altresì che nell'impianto generale del provvedimento manca del tutto la trattazione della questione del reclutamento del personale il che vanifica gli effetti del regolamento stesso.
Ricorda che con il provvedimento in discussione si sta affrontando il tema della formazione degli insegnanti delle future generazioni, ma occorre chiedersi quale sia la ratio del prevedere norme specifiche per la formazione, quando non si è in grado di sapere quanti giovani e fra quanto tempo potranno accedere a tale formazione. Sottolinea come lo stesso Presidente Prodi, risparmiando e tagliando su sprechi, aveva previsto il reinvestimento di tali somme per un ampio piano di assunzione a tempo indeterminato per gli insegnanti aventi titolo, inseriti nella ben nota graduatoria permanente. Fa presente dunque che in tale modo si sarebbe eliminata una situazione veramente problematica relativa a circa 200 mila persone, attualmente senza futuro. Osserva che solo dopo aver eliminato tale situazione si poteva pensare a un regolamento per la formazione iniziale dei docenti; allo stato attuale non si sa infatti quando i nuovi docenti si potranno formare e se allora avrà ancora validità quanto stabilito nel presente schema di regolamento; a tal proposito, desidera sapere se il Governo ha intenzione di affrontare la problematica della graduatoria permanente. Ravvisa che lo stesso schema di regolamento, senza le parallele norme sul reclutamento, manchi di una solida base su cui poggiare; le due normative, reclutamento e formazione iniziale, dovrebbero invece essere emanate consequenzialmente, come già previsto dal Governo Prodi.
Ritiene altresì che nello schema di regolamento in esame manchi la previsione dell'unicità della funzione docente che non sembra trovare adeguata realizzazione. Stigmatizza inoltre la impossibilità di accedere a passaggi di ruolo; fa osservare inoltre che la formazione per la scuola secondaria è davvero carente per ciò che riguarda il versante pedagogico-didattico; si continua a privilegiare infatti la fase teorico-disciplinare. Nella proposta di legge da lei presentata si dava invece molto spazio alla formazione didattica ed esperienziale, con la previsione di due anni di formazione all'interno delle scuole. Stigmatizza altresì il fatto che non si dica quando verranno istituite le lauree magistrali ad hoc, ricordando che i CFU legati alla didattica sono minimali. Preannuncia quindi, anche a nome del suo gruppo, che saranno formulate proposte nel senso di aumentare i crediti formativi per la didattica a partire già dai corsi della laurea magistrale. Sottolinea inoltre il fatto che l'anno di tirocinio formativo attivo, a causa dell'espletamento di tutte le procedure, si risolverà in un tirocinio di sei mesi, confermandosi quindi ancora una volta come la didattica rappresenti, all'interno del quadro normativo la «cenerentola» della formazione degli insegnanti, in particolar modo per i docenti della scuola secondaria. Ritiene infine che al comma 5 dell'articolo 3 l'espressione «possono prevedere» vada sostituita con la parola «prevedono» periodi di tirocinio nelle istituzioni scolastiche; inoltre il riferimento ai commi 4 e 5
dell'articolo 4 dovrebbe essere dato maggiore spazio all'autonomia universitaria per l'organizzazione delle lauree magistrali ad hoc, fermo restando che a poter accedere a tali corsi saranno pochissimi studenti.
Maria Letizia DE TORRE (PD) sottolinea che la formazione nel campo della didattica e della pedagogia speciale - settore scientifico disciplinare M-PED /03 - sia sufficientemente garantita nel percorso quinquennale - infanzia e primaria -, non invece in quello per la scuola secondaria di primo e di secondo grado, per la quale non è sufficiente, come sottolineato da molti esperti, un anno di tirocinio formativo attivo per ottenere un'adeguata preparazione dei docenti per le superiori. È necessario rafforzare e anticipare al biennio le discipline psico-pedagogiche e i laboratori didattici. Propone pertanto l'inserimento di una condizione nella proposta di parere volta a specificare che per i docenti della scuola secondaria di primo e di secondo grado negli ambiti disciplinari laddove si parla di «scienze dell'educazione» (Tab. 4), è necessario inserire il settore scientifico disciplinare M-PED /03 riferito alla didattica e alla pedagogia speciale e non prevederlo solo per l'anno di tirocinio formativo attivo. Occorre inoltre nella Tabella 1, relativa al corso di laurea magistrale in scienze della formazione primaria: sottrarre 4 CFU alla pedagogia sperimentale (M-PED/04); prevedere l'introduzione dell'ambito scientifico-disciplinare «psicologia generale dell'apprendimento (M-PSI/01); trasferire tali CFU al settore indicato da ultimo. Inoltre, è necessario prevedere una condizione per implementare i CFU relativi ai temi dell'integrazione e inclusione per la scuola secondaria di primo e di secondo grado, in quanto ritiene siano insufficienti 6 CFU nel tirocinio formativo attivo nel percorso dei sei anni. Aggiunge, infine, che occorre all'articolo 13 inserire un comma che preveda che per l'anno di specializzazione il sostegno si articoli in modo differenziato su ambiti diversi di competenze o su particolari situazioni.
Valentina APREA, presidente, nessun altro chiedendo di intervenire, rinvia quindi il seguito dell'esame ad altra seduta.
La seduta termina alle 13.45.