28-05-08
Il disegno di legge provinciale n. 147/07 “Obiettivi formativi generali ed ordinamento della scuola dell’infanzia e del primo ciclo di istruzione” si incentra sui concetti di personalizzazione e individualizzazione degli apprendimenti. Ma la discussione sulle modalità applicative è ancora aperta. L’intendenza scolastica tedesca e l’assessore Saurer si dicono convinti di aver trovato nell’articolazione dell’orario in quota base, opzionale obbligatorio e opzionale facoltativo la ricetta per la personalizzazione.
Gli insegnanti che hanno scioperato il 17 aprile 2007, per garantire al meglio l’interesse degli alunni e delle alunne, hanno chiesto una maggiore flessibilità, nel rispetto dei principi stabiliti dalla legge provinciale n. 12 del 2000.
Gli insegnanti sanno che gli interessi particolari degli alunni devono trovare spazio anche e soprattutto nell’orario obbligatorio. Per garantire la necessaria attenzione alle specificità di ogni alunno e ogni alunna contano le concrete possibilità di governare in modo flessibile l’articolazione dell’intero tempo scuola, arricchendo l’orario obbligatorio con proposte di opzionalità, esperienze di classi aperte, approcci laboratoriali. In questo modo l’individualizzazione non rimane isolata in una quota oraria marginale. Per questo motivo è importante che la nuova legge e i successivi regolamenti che saranno emanati dalla Provincia rispettino i principi stabiliti dalla legge 12 del 2000, garantendo alle scuole la competenza a definire le forme di flessibilità, differenziazione e opzionalità del proprio curricolo.
Gli emendamenti all’art. 17-bis presentati dalla Giunta Provinciale rappresentano un compromesso, che comunque non risolve tutti i problemi.
La scuola deve poter continuare a sviluppare progetti in collaborazione con enti esterni, mantenendo però saldamente il controllo su obiettivi didattici ed educativi, responsabilità didattiche e valutazione, nel rispetto delle competenze decisionali del collegio dei docenti. Riconoscere attività extrascolastiche come orario di insegnamento obbligatorio andrebbe nella direzione opposta, giungendo all’esternalizzazione di competenze proprie della professionalità docente.
Chiediamo che siano mantenuti gli impegni presi: le scuole dei tre gruppi linguistici devono avere le risorse necessarie e la possibilità di decidere se impiegarle nella quota opzionale facoltativa oppure, se lo ritengono opportuno, per offrire altre forme di differenziazione didattica nell’orario obbligatorio. L’opzionale facoltativo è previsto dal decreto legislativo n. 59 del 19 febbraio 2004, ma non è menzionato nella legge 53 del 28 marzo 2003. Pertanto non esiste alcun obbligo per le scuole altoatesine di attivare tale quota.
Dal rapporto sintetico della Fase II della valutazione della sperimentazione si evince chiaramente che la quota opzionale obbligatoria presenta ancora difficoltà:“L’offerta dipende fortemente dall’organico. In particolar modo nelle piccole scuole l’offerta e la conseguente possibilità di scelta per alunne e alunni rimangono molto limitate, a causa della mancanza di personale docente. L’enorme carico di lavoro non pare compensato da una miglior qualità pedagogica. Non c’è proporzione tra gli svantaggi, come le riduzioni nella quota base e la perdita delle ore di co-presenza, e i vantaggi che possono essere derivati dall’introduzione delle attività opzionali obbligatorie. Si chiede che alle scuole vengano date maggiori competenze riguardo alle quote opzionale obbligatorio e opzionale facoltativo, per adeguare meglio l’offerta formativa alle esigenze del territorio.”
Questo stato di cose non può garantire le pari opportunità di formazione, obiettivo principale della scuola pubblica. Per quanto riguarda l’indagine PISA OCSE tutte le persone coinvolte ed interessate hanno espresso soddisfazione per i risultati conseguiti dalla scuola sudtirolese. Si tratta di un riconoscimento della qualità del lavoro della scuola ante-riforma.Gli alunni e le alunne che hanno partecipato al test non sono stati coinvolti nella riforma della scuola tedesca fortemente voluta dall’assessore Saurer e dall’intendente Höllrigl. La riforma infatti è stata sperimentata nell’anno 2005/2006. Coloro che hanno partecipato all’indagine PISA avevano già abbandonato la scuola media. Questo significa che già anni prima dell’introduzione dell’orientamento, della documentazione dell’apprendimento, della quota opzionale obbligatoria e facoltativa, la scuola sudtirolese ha ottenuto ottimi risultati, particolarmente nelle attività di sostegno e promozione. Ciò che si spaccia per innovazione in realtà è stato lungamente praticato nelle scuole, seppure in altre forme. Si teme la perdita di modelli didattici validi e sperimentati a favore di nuovi modelli, non ancora sufficientemente maturi.
Documento approvato dai Direttivi Unitari nella seduta del 28 maggio 2008
Nel pomeriggio una delegazione lo ha presentato ai capigruppo del Consiglio Provinciale.Il disegno di legge provinciale n. 147/07 “Obiettivi formativi generali ed ordinamento della scuola dell’infanzia e del primo ciclo di istruzione” si incentra sui concetti di personalizzazione e individualizzazione degli apprendimenti. Ma la discussione sulle modalità applicative è ancora aperta. L’intendenza scolastica tedesca e l’assessore Saurer si dicono convinti di aver trovato nell’articolazione dell’orario in quota base, opzionale obbligatorio e opzionale facoltativo la ricetta per la personalizzazione.
Gli insegnanti che hanno scioperato il 17 aprile 2007, per garantire al meglio l’interesse degli alunni e delle alunne, hanno chiesto una maggiore flessibilità, nel rispetto dei principi stabiliti dalla legge provinciale n. 12 del 2000.
Gli insegnanti sanno che gli interessi particolari degli alunni devono trovare spazio anche e soprattutto nell’orario obbligatorio. Per garantire la necessaria attenzione alle specificità di ogni alunno e ogni alunna contano le concrete possibilità di governare in modo flessibile l’articolazione dell’intero tempo scuola, arricchendo l’orario obbligatorio con proposte di opzionalità, esperienze di classi aperte, approcci laboratoriali. In questo modo l’individualizzazione non rimane isolata in una quota oraria marginale. Per questo motivo è importante che la nuova legge e i successivi regolamenti che saranno emanati dalla Provincia rispettino i principi stabiliti dalla legge 12 del 2000, garantendo alle scuole la competenza a definire le forme di flessibilità, differenziazione e opzionalità del proprio curricolo.
Art. 17-bis
L’articolo 17-bis nella sua prima versione avrebbe previsto il riconoscimento obbligato di un servizio richiesto individualmente dalle famiglie agli istituti musicali all’interno della quota riservata all’istituzione scolastica. Ciò avrebbe prefigurato una inaccettabile modalità di costruzione dei curricoli.Gli emendamenti all’art. 17-bis presentati dalla Giunta Provinciale rappresentano un compromesso, che comunque non risolve tutti i problemi.
La scuola deve poter continuare a sviluppare progetti in collaborazione con enti esterni, mantenendo però saldamente il controllo su obiettivi didattici ed educativi, responsabilità didattiche e valutazione, nel rispetto delle competenze decisionali del collegio dei docenti. Riconoscere attività extrascolastiche come orario di insegnamento obbligatorio andrebbe nella direzione opposta, giungendo all’esternalizzazione di competenze proprie della professionalità docente.
Art. 15, 5
Qualcuno rimprovera ai sindacati della scuola di voler decidere la politica formativa e scolastica di Bolzano. In realtà l’assessore Saurer ha tradito un preciso impegno preso con le parti sociali! Il testo votato dal Consiglio Scolastico Provinciale prevedeva che fosse la scuola autonoma a decidere se attivare la quota opzionale facoltativa tenendo conto delle indicazioni provinciali. Nell’ultima versione la quota opzionale facoltativa potrà essere imposta dalle indicazioni provinciali, che saranno emanate dalla Giunta Provinciale distintamente per le scuole dei tre gruppi linguistici.Chiediamo che siano mantenuti gli impegni presi: le scuole dei tre gruppi linguistici devono avere le risorse necessarie e la possibilità di decidere se impiegarle nella quota opzionale facoltativa oppure, se lo ritengono opportuno, per offrire altre forme di differenziazione didattica nell’orario obbligatorio. L’opzionale facoltativo è previsto dal decreto legislativo n. 59 del 19 febbraio 2004, ma non è menzionato nella legge 53 del 28 marzo 2003. Pertanto non esiste alcun obbligo per le scuole altoatesine di attivare tale quota.
Art.23, 3
Le delibere della Giunta Provinciale per le scuole di lingua tedesca e ladina sono state emanate prima dello sciopero del 17 aprile 2007, cui ha aderito il 90% del personale docente.Lasciarle immutate anche per il prossimo anno scolastico significa che le indicazioni provinciali saranno scritte in continuità con le esperienze già fatte, senza tener conto dei nuovi elementi di flessibilità e di spazio per l’autonomia delle scuole. Le delibere infatti parlavano di quota opzionale obbligatoria, mentre nel disegno di legge 147/07 si parla di quota scolastica. Non dovrebbe trattarsi solo di un cambiamento lessicale. La legge provinciale 12 del 2000 è chiara: nella quota della scuola si manifesta la progettualità della scuola, spetta alla scuola decidere come utilizzarla, anche dal punto di vista delle opzionalità da offrire.Dal rapporto sintetico della Fase II della valutazione della sperimentazione si evince chiaramente che la quota opzionale obbligatoria presenta ancora difficoltà:“L’offerta dipende fortemente dall’organico. In particolar modo nelle piccole scuole l’offerta e la conseguente possibilità di scelta per alunne e alunni rimangono molto limitate, a causa della mancanza di personale docente. L’enorme carico di lavoro non pare compensato da una miglior qualità pedagogica. Non c’è proporzione tra gli svantaggi, come le riduzioni nella quota base e la perdita delle ore di co-presenza, e i vantaggi che possono essere derivati dall’introduzione delle attività opzionali obbligatorie. Si chiede che alle scuole vengano date maggiori competenze riguardo alle quote opzionale obbligatorio e opzionale facoltativo, per adeguare meglio l’offerta formativa alle esigenze del territorio.”
Questo stato di cose non può garantire le pari opportunità di formazione, obiettivo principale della scuola pubblica. Per quanto riguarda l’indagine PISA OCSE tutte le persone coinvolte ed interessate hanno espresso soddisfazione per i risultati conseguiti dalla scuola sudtirolese. Si tratta di un riconoscimento della qualità del lavoro della scuola ante-riforma.Gli alunni e le alunne che hanno partecipato al test non sono stati coinvolti nella riforma della scuola tedesca fortemente voluta dall’assessore Saurer e dall’intendente Höllrigl. La riforma infatti è stata sperimentata nell’anno 2005/2006. Coloro che hanno partecipato all’indagine PISA avevano già abbandonato la scuola media. Questo significa che già anni prima dell’introduzione dell’orientamento, della documentazione dell’apprendimento, della quota opzionale obbligatoria e facoltativa, la scuola sudtirolese ha ottenuto ottimi risultati, particolarmente nelle attività di sostegno e promozione. Ciò che si spaccia per innovazione in realtà è stato lungamente praticato nelle scuole, seppure in altre forme. Si teme la perdita di modelli didattici validi e sperimentati a favore di nuovi modelli, non ancora sufficientemente maturi.